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giovedì 22 ottobre 2009

ARPAC: tanto tuonò che piovve

Nel “Question Time” 3-00611 effettuato alla Camera dei Deputati il 22 luglio scorso, denunciai al Governo l’inquinamento preoccupante del Golfo di Napoli e le sue gravi ripercussioni sulla salute dei cittadini (oltre che sul turismo, sull’economia, sull’occupazione ecc.). Durante l’intervento in Aula invocai di “controllare i controllori” e cioè l’ARPAC attraverso un’azione combinata della Guardia Costiera, dei Carabinieri e della GdF. Non mi fidavo della nostra Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale per due ragioni: troppo vicina agli ambienti politici regionali ed indefinite modalità di prelievo delle acque. Avrei preferito controlli giornalieri e non sporadici, preferibilmente in prossimità degli stabilimenti balneari e nelle ore di punta piuttosto che in prima mattinata, quando le acque sono calme e molte particelle inquinanti sedimentano sul fondale.
Ieri è scoppiato lo scandalo Mastella-ARPAC. Secondo la Procura di Napoli, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale sarebbe stata imbottita di assunzioni clientelari. 63 persone risultano indagate, 25 sottoposte a misure cautelari, mentre il suo Presidente, Luciano Capobianco, è agli arresti domiciliari. Le ipotesi di reato vanno dall'associazione a delinquere finalizzata alla truffa, al falso, all'abuso di ufficio, alla turbativa d'asta e alla concussione. Nel “Question Time” suddetto chiedevo, appunto, al Ministro Vito: "Chi controlla i controllori?". Ma, ovviamente, non vi fu risposta. Ancora una volta ci ha pensato la Magistratura.

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