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mercoledì 20 aprile 2011

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A presto

Antonio Palagiano

martedì 29 marzo 2011

SANITA': PUNTI NASCITA; IDV, NO A CHIUSURE IN ZONE MONTANE

PALAGIANO INTERROGA MINISTRO SALUTE. FERAUDO: BENE AZIONE PARTITO

(ANSA) - CATANZARO, 29 MAR - Antonio Palagiano, deputato di Idv, ha presentato un'interrogazione al ministro della Salute in relazione alla chiusura di punti nascita in Calabria e sulle ''misure adottate dal Presidente della Regione nella sua veste di commissario ad acta''. Nell'interrogazione il parlamentare chiede al ministro ''quali iniziative concrete si intendano porre in essere affinche' si eviti l'abbandono di intere zone di montagna e delle aree interne calabresi, private del diritto alla salute''. Palagiano chiede inoltre ''cosa si intenda fare per garantire ai cittadini interessati il diritto alla salute, secondo il dettato dell'articolo 32 della Costituzione. La chiusura riguarderebbe complessivamente 158 punti nascita su 559 nell'intero territorio nazionale e mentre sarebbe contenuto l'impatto di tali disposizioni sulle regioni del Nord Italia (8 punti nascita su 75 a rischio), in Calabria se ne registrano 15 su 29''. ''Per quanto concerne l'ospedale di Acri - sostiene Palagiano - e' vero che vie ne effettuata all'incirca la meta' dei parti richiesti, risulta tuttavia molto più pericoloso cercare di raggiungere in tempi utili l'ospedale di Cosenza o quello di Rossano, a causa della condizione delle strade di collegamento della zona, spesso interessate da eventi meteorologici che le rendono impraticabili e anche seriamente minacciate da eventi franosi''. ''L'Idv - afferma il segretario regionale, Maurizio Feraudo - si conferma l'unica forza politica che sta dalla parte dei cittadini, tutelandone realmente e concretamente glitto che le preoccupazioni da me espresse sul ridimensionamento degli ospedali calabresi, quelli di montagna innanzitutto, siano state fatte proprie dal Partito nazionale che ha immediatamente attivato gli strumentali parlamentari a sua disposizione''

mercoledì 16 marzo 2011

Fratelli d'Italia


I consiglieri regionali appartenenti alla Lega Nord della Regione Lombardia non hanno partecipato ieri all’esecuzione dell’inno di Mameli che ha aperto la seduta dell’assemblea al Pirellone. Tutti i leghisti hanno preferito recarsi alla buvette per fare colazione. E' rimasto in aula, ai fini istituzionali, solo il presidente Davide Boni, che, come lui stesso ha spiegato, era “idealmente a bere il caffè con i colleghi di partito”.
I consiglieri regionali dell'Italia dei Valori – presentatori dell’emendamento (approvato un paio di settimane fa) che ha proposto di aprire, per tutto il 2011, le sedute del Consiglio regionale lombardo sulle note dell’Inno di Mameli - , invece, hanno sfoggiato nel taschino della giacca un foularino tricolore al pari di quanto facevano alla Camera Antonio Di Pietro e tutti i deputati IDV.
“E’ gravissimo che i consiglieri regionali lombardi della Lega siano usciti durante l’esecuzione dell’inno di Mameli. E’ un vero e proprio schiaffo al Paese. Se non si sentono italiani si dimettano e rifiutino il lauto stipendio che gli arriva puntuale a fine mese”. E’ quanto ha affermato il portavoce dell’Italia dei Valori, Leoluca Orlando.


L'apertura del consiglio regionale lombardo


martedì 15 marzo 2011

Nucleare: per l'Italia è il momento di riflettere

L’apocalisse del Giappone ci ha lasciato annichiliti e ci ha fatto ricordare - se per caso lo avessimo dimenticato - la nostra nullità rispetto alla forza della natura. In materia energetica le scelte non possono essere dettate dalle emozioni, ma neanche dalla sola parte politica che ha vinto le ultime elezioni. Sarebbe intollerabile, oltre che economicamente insostenibile, che alla prossima tornata elettorale, una eventuale vittoria dell’opposizione ribaltasse, ancora una volta, le scelte fatte dal precedente governo gettando al vento progetti, finanziamenti ed opere avviate. La tragica esperienza del Giappone e la "vacillante" sicurezza del “nucleare” dovrebbero far riflettere la classe politica dirigente, poiché se da un lato è in gioco l’autonomia energetica del nostro Paese, dall’altro è in ballo la salute dei nostri figli e dei nostri nipoti. In altre parole del nostro futuro. Pertanto, maggioranza ed opposizione, davanti ad una decisione così cruciale e strategica, dovrebbero sedersi davanti ad un grande tavolo, mettendo da parte preconcetti ed interessi lobbistici, per decidere con serenità, ma soprattutto con serietà e responsabilità, cosa sia meglio per il nostro Paese e per le generazioni future. Avere ai nostri confini le centrali della Francia e della Slovenia non basta per fare una scelta di campo, poiché potrebbe essere quella sbagliata. L’Italia è una piccola striscia di terra, stretta e lunga, un territorio a rischio sismico medio-alto, una terra vulcanica, mettervi in fila 13 centrali nucleari è – a mio avviso - un vero attentato alla salute dei cittadini. Quei cittadini che, non dimentichiamo, hanno già detto NO al nucleare con il referendum. E poi, alla luce di quanto sta avvenendo a Napoli per i rifiuti, non oso neanche pensare dove verrebbero stivati i residui radioattivi delle centrali atomiche. Anche di questo sarebbe il caso di parlare. Affinché si prenda una decisione giusta e condivisa e affinché anche il Paese sia messo al corrente di ciò che accadrà sul proprio territorio e sulla propria pelle nei prossimi decenni.

giovedì 10 marzo 2011

Biotestamento: la fiera delle ipocrisie


Un'immagine della conferenza stampa sul biotestamento organizzata ieri, alle ore 11.30, presso la sala stampa della Camera dei Deputati, dall'Italia dei Valori. Hanno partecipato il presidente dell'IdV, Antonio Di Pietro, il responsabile sanità del partito, on. Antonio Palagiano, i deputati Idv Carlo Monai e Silvana Mura, Beppino Englaro e gli autori del libro 'Gli ultimi giorni di Eluana', Amato De Monte e Cinzia Gori.