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martedì 15 marzo 2011

Nucleare: per l'Italia è il momento di riflettere

L’apocalisse del Giappone ci ha lasciato annichiliti e ci ha fatto ricordare - se per caso lo avessimo dimenticato - la nostra nullità rispetto alla forza della natura. In materia energetica le scelte non possono essere dettate dalle emozioni, ma neanche dalla sola parte politica che ha vinto le ultime elezioni. Sarebbe intollerabile, oltre che economicamente insostenibile, che alla prossima tornata elettorale, una eventuale vittoria dell’opposizione ribaltasse, ancora una volta, le scelte fatte dal precedente governo gettando al vento progetti, finanziamenti ed opere avviate. La tragica esperienza del Giappone e la "vacillante" sicurezza del “nucleare” dovrebbero far riflettere la classe politica dirigente, poiché se da un lato è in gioco l’autonomia energetica del nostro Paese, dall’altro è in ballo la salute dei nostri figli e dei nostri nipoti. In altre parole del nostro futuro. Pertanto, maggioranza ed opposizione, davanti ad una decisione così cruciale e strategica, dovrebbero sedersi davanti ad un grande tavolo, mettendo da parte preconcetti ed interessi lobbistici, per decidere con serenità, ma soprattutto con serietà e responsabilità, cosa sia meglio per il nostro Paese e per le generazioni future. Avere ai nostri confini le centrali della Francia e della Slovenia non basta per fare una scelta di campo, poiché potrebbe essere quella sbagliata. L’Italia è una piccola striscia di terra, stretta e lunga, un territorio a rischio sismico medio-alto, una terra vulcanica, mettervi in fila 13 centrali nucleari è – a mio avviso - un vero attentato alla salute dei cittadini. Quei cittadini che, non dimentichiamo, hanno già detto NO al nucleare con il referendum. E poi, alla luce di quanto sta avvenendo a Napoli per i rifiuti, non oso neanche pensare dove verrebbero stivati i residui radioattivi delle centrali atomiche. Anche di questo sarebbe il caso di parlare. Affinché si prenda una decisione giusta e condivisa e affinché anche il Paese sia messo al corrente di ciò che accadrà sul proprio territorio e sulla propria pelle nei prossimi decenni.

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