(Iniziative per l'uniformità della distribuzione e somministrazione sul territorio nazionale della pillola abortiva RU486 - n. 3-01011)
PRESIDENTE. L'onorevole Palagiano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01011, concernente iniziative per l'uniformità della distribuzione e somministrazione sul territorio nazionale della pillola abortiva RU486.
ANTONIO PALAGIANO. Signor Ministro, come lei sa, la pillola RU486 è una pillola abortiva che è stata utilizzata da oltre un ventennio in gran parte dei Paesi europei. La sua commercializzazione in Francia, ma anche negli Stati Uniti, non si è associata ad un aumento significativo delle interruzioni di gravidanza, ma ha evitato alle donne che ne hanno fatto uso inutili sofferenze ed inutili rischi connessi all'aborto chirurgico. Impedirne la commercializzazione in Italia equivale a privare le nostre donne, le nostre concittadine, di un sacrosanto diritto: quello di scegliere un aborto meno invasivo e meno doloroso.Tra l'altro, la legge n. 194 del 1978 prevede che siano istituite tutte le novità da un punto di vista medico ma anche chirurgico per salvaguardare la tutela della donna.Oggi, con l'interrogazione in oggetto, l'Italia dei Valori chiede al Ministro quali iniziative prenderà per consentire un'omogenea distribuzione sul territorio nazionale e la reale fruibilità della pillola RU486 da parte delle cittadine italiane.
PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Ferruccio Fazio, ha facoltà di rispondere.
FERRUCCIO FAZIO, Ministro della salute. Signor Presidente, onorevole Palagiano, ai fini di quanto da lei richiesto, in data 6 aprile, ho insediato una commissione ministeriale per predisporre linee guida sulle modalità di utilizzo del farmaco RU486, che recepiscano i tre pareri espressi dal Consiglio superiore di sanità nel marzo 2004, nel dicembre 2005 e nel marzo 2010 (vi è stata, quindi, una continuità nell'espressione di tali pareri da parte del Consiglio).La commissione sta già lavorando dal momento dell'insediamento e la prossima seduta è prevista per il 15 aprile. Oltre alle linee guida, la commissione si occuperà anche di espletare un monitoraggio a questo riguardo.Una volta emesse le linee guida, esse verranno portate all'attenzione della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, dove verranno discusse proprio al fine di garantire - come l'interrogante chiede - un'omogenea applicazione della normativa.Quanto alla distribuzione sul territorio nazionale, ricordo che la pillola RU486 è classificata come «medicinale soggetto a prescrizione medica limitativa, utilizzabile esclusivamente in ambito ospedaliero» e che, quindi, come tale, deve essere distribuita e resa disponibile nelle strutture sanitarie pubbliche del nostro Paese.
PRESIDENTE. L'onorevole Palagiano ha facoltà di replicare.
ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, signor Ministro, a mio avviso, non bastano le linee guida. È necessaria davvero una monitorizzazione forte, perché le prime esternazioni fatte dai governatori del centrodestra, appena andati al potere, sono state molto poco rassicuranti, lei lo sa bene: lasceremo le vostre pillole RU486 nei magazzini e, invece, costringeremo le pazienti ad avere una degenza obbligatoria di tre giorni.Lei è un medico, è un Ministro: a mio avviso, deve avere l'onestà intellettuale di dire che nessuna legge e nessuna persona potranno obbligare le donne a restare segregate nei nostri ospedali.Signor Ministro, gli ospedali non sono carceri e lei deve dire forte e chiaro che le donne potranno andare via, apponendo una firma come qualunque cittadino.Signor Ministro, il problema non è tanto quello di essere a favore o contrari all'aborto: ancora una volta, in Italia, vi è uno scontro di posizioni, vi è soltanto uno scontro fra due idee diverse. Credo che ogni cittadino abbia le proprie idee e risponda alla propria coscienza e al proprio Dio: non deve essere lo Stato ad imporre una morale propria.Ritengo che la domanda che dovremmo fare noi del Parlamento - ma siete voi a legiferare - è se realmente offrite alle cittadine italiane tutte le garanzie e le opportunità per interrompere la gravidanza come accade nel resto d'Europa. Ho un'impressione, un sospetto molto forte: che qualcuno voglia imporre a queste donne sofferenze inutili, rischi inutili, interventi chirurgici inutili ed anestesie inutili per pagare il peccato.Vi sono dei precedenti: ad esempio, quello della procreazione assistita, con l'esodo delle donne italiane all'estero. Inoltre, vi è il tema, che state discutendo in questi giorni, relativo al testamento biologico, con riferimento al quale, per legge, volete imporre sofferenze e malattie più lunghe e morti più lente. Pertanto, credo che abbiamo dei sospetti più che fondati.Ritengo che questo Governo voglia limitare o impedire l'impiego della pillola RU486 attraverso campagne mediatiche ostili, attraverso una disinformazione sistematica che si adopera facendo firmare dei consensi informati pazzeschi, che esaltano gli effetti collaterali ed omettono, invece, i benefici di questo metodo di abortire, se lo si paragona alla forma chirurgica. Inoltre, vi è lo scandalo del ricovero.Signor Ministro, lei è un medico e deve dire la verità: deve avere l'onestà intellettuale di dire che nessuna legge e nessun Governo potranno costringere le donne e le cittadine italiane ad un carcere nei nostri ospedali, ma che potranno andare via quando vorranno, apponendo una firma.
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