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venerdì 15 ottobre 2010

Università: la riforma bluff

Era prevedibile. Da settimane il provvedimento di riforma universitaria giaceva alla Camera in attesa del verdetto della Commissione Bilancio, che mercoledì sera - a seguito di un vertice molto acceso tra Governo e maggioranza - ha rinviato la discussione in Aula della riforma Gelmini a data da destinarsi. Il motivo è uno solo: la mancanza di fondi. Cronica in questo governo quando si tratta di cultura, scuola, ricerca o sanità, dove sono sempre i tagli – non certo gli investimenti - ad avere la meglio. I soldi non ci sono – tuona il ragionier Tremonti facendo tremare la già provata Ministra - e la riforma, non certo perfetta ma necessaria per il nostro Paese e per il futuro dei nostri giovani, si blocca.
Questo arresto, così improvviso dopo mesi di proclami, promesse, incontri, proteste, assemblee, sit in, assesterà un nuovo duro colpo all’università italiana vanificando le speranze di quanti avevano contato su un reset dei nostri atenei. Mi riferisco in particolare agli studenti, che da settimane cercano di capire quale sarà il destino del loro anno accademico, e ai ricercatori, i veri truffati da questo provvedimento che, solo a parole, restituiva loro il riconoscimento di quel ruolo docente da troppo tempo negato. Mancano, però, i fondi per fare i concorsi a professore associato per i quali servono 1 miliardo e 700 milioni di euro. Un particolare di non poca rilevanza, visto che la maggioranza si è più volte vantata della riforma Gelmini e di appartenere al Governo del “fare”. Ma devo constatare che, anche questa volta, si è trattato dell’ennesima operazione di propaganda, non supportata da alcun dato reale.
Per governare un Paese è necessaria una serietà istituzionale che non appartiene all’attuale classe dirigente, costituita da troppe ballerine senza meriti, che, come per gioco, dissertano, programmano e riformano parti cruciali della nostra società, illudendo i cittadini e senza garantirsi preventivamente l’effettiva copertura finanziaria. E’ come entrare più volte in un negozio, metterlo a soqquadro per settimane e settimane e poi non acquistare niente. Nulla di meno serio per un Ministro della Repubblica.
Per queste ragioni, per garantire il proseguimento degli studi dei nostri ragazzi e per dare dignità al lavoro dei nostri ricercatori mi auguro che il Ministro Gelmini, prenda atto dell’inerzia governativa, dell’inutilità del suo ruolo e rassegni le proprie dimissioni.

1 commento:

  1. Spett.le On.le Palagiano, le scrivo per farle una domanda.
    Italia dei Valori a Salerno è con Antonio Di Pietro o con Vincenzo De Luca?
    Ho letto l'articolo di questa mattina sul quotidiano "La Città" dove il consigliere regionale Barbirotti, che dopo moltissimi mesi dall'ingresso nel partito e dopo essere stato eletto nella lista regionale di IdV s'è ricordato di far parte del partito costituendo il gruppo in consiglio comunale, dice che la vicenda di Ostaglio, per la quale De Luca ha accettato la prescrizione, è un fatto marginale, che Di Pietro se l'è legata al dito e che, comunque, l'indicazione del partito è quella di presentare le liste con il simbolo.
    Bonta sua!
    Allora, siete con De Luca o fate altre scelte in linea con il rigore morale tanto sbandierato da Italia dei Valori?
    E nella lista comunale di IdV ci saranno altri deluchiani?

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