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mercoledì 11 marzo 2009

Obama/Berlusconi: i due modi opposti di guardare al futuro

Il filoamericanismo è sempre stato un pallino per il nostro premier. Eppure negli ultimi tempi qualcosa, o forse qualcuno, è cambiato ed ha anche un nome: Barack Obama. La diminuzione dell’appeal che il premier nutre per l’America si evince da diversi fattori… al primo posto basterebbe ricordare la battuta(ccia) fatta dal Cavaliere qualche ora dopo l’elezione del neopresidente americano e sulla quale stendiamo un velo pietoso. Ma la perdita di attrazione per gli zii americani, purtroppo, si muove anche da un totale distacco dalle politiche che il presidente Obama sta adottando per far affrontare agli Stati Uniti la crisi economica che negli ultimi mesi sta caratterizzando il pianeta. Politiche sociali, fiscali, ambientali, che giorno dopo giorno stanno riscuotendo successo nel popolo americano e soprattutto stanno concretamente cercando di dare una spallata alla crisi. Obama, almeno, ci sta provando. Ci basta ricordare la vera e propria rivoluzione del sistema sanitario, che il giovane presidente ha prospettato nel proprio programma elettorale e che in queste settimane sta cercando di portare avanti. La base di partenza è estendere la copertura sanitaria a 46 milioni di americani che oggi ne sono sprovvisti, puntando, sostanzialmente, su un aumento del ruolo del governo federale, alimentato da nuove tasse. Aumento della pressione fiscale dunque (mossa rischiosa per il periodo di recessione che si sta vivendo) ma solo per i più abbienti, e con lo scopo preciso di garantire la copertura finanziaria ai più poveri. E poi ancora, la valorizzazione della ricerca scientifica e dell’istruzione con il raddoppiamento degli investimenti federali nella ricerca di base in dieci anni, concentrando l’attenzione su scienze della vita, fisica, matematica e ingegneria; aumentare le borse per giovani ricercatori; stimolare la ricerca sulle cellule staminali anche embrionali (utilizzando per la ricerca scientifica gli embrioni soprannumerari, senza crearne appositamente di nuovi). Aumento del corpo insegnante con l’assunzione di 30 mila nuovi docenti. Ed infine la drastica riduzione degli investimenti nel nucleare: ridurre dell’80% le riserve di armi nucleari con l’obiettivo di tagliare almeno mille testate nucleari. Ed in campo civile puntare sulle energie alternative.
Questa dunque, a grandi linee, la politica americana attuale. Una politica buona, almeno per gli obiettivi che si pone. Una politica che punta al benessere del cittadino in un ritrovato rispetto ambientale. E l’Italia? L’Italia sta a guardare e anzi, peggio, fa esattamente l’opposto: tagli alla sanità, tagli alla cultura, alla scuola, ai fondi per la ricerca universitaria. Con una quantità industriale di decreti e decretini il Berlusconi IV ha sottratto alla sanità pubblica circa 5 miliardi di euro (nella manovra finanziaria d’estate) ed eliminando i ticket ha solo dato l’impressione di agevolare i cittadini, in realtà si decide di lasciare tutta la responsabilità di sanare il debito derivante dall’eliminazione degli stessi ticket sulla diagnostica alle Regioni… ben 834 milioni di euro!!! E dove li prenderanno le Regioni, se non reintroducendo i ticket?
Questo Governo ha tagliato anche nel settore della ricerca, dell’istruzione pubblica (è recentissima la proposta di eliminare le ore di storia dell’arte e anche quelle di informatica) e della cultura.
Per non parlare poi dell’ultima bravata del premier: l’intesa con la Francia per investire nella costruzione di quattro centrali nucleari. Centrali di terza generazione. Utilizzabili, se verranno rispettati i tempi, dopo il 2020. Quando cioè saranno già ampiamente superate e per le quali ci sarà ancora la necessità di smaltire le scorie radioattive. Ma se in Italia non si riesce a trovare una soluzione per smaltire i rifiuti come si pensa di smaltire delle scorie così pericolose per la salute dei cittadini e soprattutto così complicate da eliminare?
La politica berlusconiana va nel senso opposto a quella americana di Obama, ma non solo, va nel senso opposto ad una logica di sviluppo e progresso che deve tenere l’uomo al centro degli interessi della politica. L’uomo, il cittadino e il suo benessere. Garantire un sistema sanitario adeguato, garantire una scuola che funzioni, garantire la libertà di ricerca e garantire un ambiente salutare ai nostri figli. Questi sono i progetti da realizzare e gli obiettivi che dovrebbero essere perseguiti dalla classe politica in un momento di cosi grave crisi economica, come quella che sta affrontando il nostro paese. Questi sono i progetti e gli obiettivi che il Governo Berlusconi IV dimostra invece di ignorare.

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