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venerdì 25 giugno 2010

Tagliassero al nano e non alle ballerine!


La nostra maratona ostruzionistica contro il decreto Bondi che propone la riforma degli istituti lirico sinfonici è stata la dimostrazione di quanto il nostro lavoro sia dettato unicamente dal desiderio di difendere i cittadini italiani dai soprusi che questo Governo tenta di imporre. In questo caso la nostra battaglia è stata a sostegno dei lavoratori di un importantissimo settore della cultura e della storia italiana che, con questo provvedimento, perderanno la loro autonomia, torneranno sotto l’ala statale ed entreranno pienamente nel circolo del precariato, ormai luogo comune nel nostro Paese.

Loro, i lavoratori lirico sinfonici, ci hanno capiti e sostenuti – come del resto molti altri italiani - e credo sia proprio questo l’importante. Attraverso mail, sms, messaggi via facebook non ci hanno fatto mai mancare, nelle tantissime ore della seduta parlamentare, il loro appoggio, dimostrando quanto fossero valide e fondate le nostre proteste.

Il testo voluto dal Ministro Bondi, che adesso passerà nuovamente al Senato, con la scusa di riordinare un settore in difficoltà ha, infatti, tagliato trasversalmente i fondi statali alla cultura, così come ha fatto e farà con la sanità, l’istruzione pubblica e la ricerca. Soltanto tagli, non riforme! Questi due termini non sono sinonimi e questo Governo è bene che lo capisca.

Le 37 ore che l’Italia dei Valori ha dedicato a questo provvedimento sono per tutti i lavoratori del settore lirico sinfonico, che se questo testo venisse approvato così com’è, da domani si ritroveranno in una situazione difficilissima che può essere così riassunta: blocco delle assunzioni a tempo indeterminato, blocco del turnover, giro di vite sulle missioni all’estero, decurtazione del circa 50% dei contratti integrativi e pesanti limiti alla contrattazione di secondo livello.
È per questo, e solo per questo, che abbiamo praticato la nostra dura opposizione, non per la visibilità mediatica - poiché ci viene sistematicamente negata - non per intralciare i lavori, né per impedire ai colleghi di vedere una partita di calcio. Difendere i diritti dei lavoratori italiani, anche quelli del settore lirico sinfonico, è nel nostro DNA, è la nostra vocazione, è la nostra passione. Riteniamo sia necessaria una riorganizzazione del settore in sintonia con quanto accade nel resto d’Europa. Non un taglio netto a tutto e a tutti… e se un taglio deve esserci, tagliassero al nano e non alle ballerine!

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