(ANSA) - ROMA, 15 SET - Lo sciopero ''e' sacrosanto per chi vede negati i propri diritti: lavoro e professionalita'''. Lo dichiara Antonio Palagiano, capogruppo Idv in commissione Affari sociali, che ritiene ''surreale la decisione del Senato accademico dell'Alma Mater di Bologna di dare un ultimatum ai ricercatori dell'ateneo che decideranno di scioperare contro la riforma targata Gelmini''.
''Una riforma che - sottolinea il parlamentare - prevede, oltre al 'licenziamento' del 50% di quei ricercatori a tempo determinato che lavorano nelle università italiane anche e soprattutto il mancato riconoscimento del ruolo di quei ricercatori contrattualizzati che hanno investito nell'università e che con questa riforma vedranno stroncate le proprie carriere. Stiamo parlando - prosegue il deputato Idv - di coloro che hanno prodotto fior di ricerca, che sono citati dagli index internazionali, che portano il nome dell'Italia nel mondo, che hanno svolto didattica e che oggi rappresentano, di fatto, una categoria a esaurimento. Una categoria che nel manifestare il dissenso alla riforma Gelmini non chiede privilegi ne' soluzioni ope legis ma solo il riconoscimento della propria professionalità e del ruolo svolto negli atenei italiani. Ma non e' forse questo il Governo che si e' posto come primo obiettivo quello di intercettare il merito? Credo, allora, che accogliere le richieste dei ricercatori, come ad esempio quella di una graduatoria unica nazionale - conclude - possa servire davvero a premiare i più bravi, siano essi giovani o meno giovani, e a fare del merito il valore fondante dei nostri atenei''.
''Una riforma che - sottolinea il parlamentare - prevede, oltre al 'licenziamento' del 50% di quei ricercatori a tempo determinato che lavorano nelle università italiane anche e soprattutto il mancato riconoscimento del ruolo di quei ricercatori contrattualizzati che hanno investito nell'università e che con questa riforma vedranno stroncate le proprie carriere. Stiamo parlando - prosegue il deputato Idv - di coloro che hanno prodotto fior di ricerca, che sono citati dagli index internazionali, che portano il nome dell'Italia nel mondo, che hanno svolto didattica e che oggi rappresentano, di fatto, una categoria a esaurimento. Una categoria che nel manifestare il dissenso alla riforma Gelmini non chiede privilegi ne' soluzioni ope legis ma solo il riconoscimento della propria professionalità e del ruolo svolto negli atenei italiani. Ma non e' forse questo il Governo che si e' posto come primo obiettivo quello di intercettare il merito? Credo, allora, che accogliere le richieste dei ricercatori, come ad esempio quella di una graduatoria unica nazionale - conclude - possa servire davvero a premiare i più bravi, siano essi giovani o meno giovani, e a fare del merito il valore fondante dei nostri atenei''.
Nessun commento:
Posta un commento