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venerdì 29 gennaio 2010

Iva ridotta sui pannolini: il Governo è immobile

Nel novembre 2008 avevamo salutato con entusiasmo l’accoglimento del mio ordine del giorno alla legge di bilancio, volto a ridurre l’Iva sui prodotti per l’infanzia.
Nel marzo del 2009, già quattro mesi dopo, abbiamo ribadito ancora la nostra fiducia nella celere applicazione di questo atto; considerando le molteplici dichiarazioni in questo senso di diversi esponenti del Popolo delle Libertà e del Governo stesso.
Purtroppo oggi, a più di un anno di distanza da quell’ordine del giorno, ancora niente di concreto è stato fatto per agevolare le famiglie italiane. Non esiste, ad oggi, un provvedimento che dimostri l’impegno del Governo ad adempiere a quanto previsto dal nostro atto.
Per questo motivo, il 28 gennaio 2010, ho presentato una interrogazione parlamentare, per chiedere al ministro del Tesoro - quel Tremonti che tutto può, tutto vuole e tutto stringe – perché, nonostante la promessa di un anno fa, nulla ancora è stato fatto.
La situazione del Paese, purtroppo, non è cambiata. I dati indicano che l'Italia è tra gli ultimi Paesi Europei in termini di prestazioni sociali a favore della famiglia e dei bambini: infatti solo il 4,5 per cento delle prestazioni sociali totali è destinato a questo settore, contro una media europea dell'8 per cento; altri paesi superano abbondantemente questa percentuale: l'Irlanda (14,7 per cento), la Danimarca (13,1 per cento), la Germania (11,1 per cento) o la Francia (8,6 per cento).
Il Parlamento europeo si è più volte espresso favorevolmente in materia di sgravi fiscali per l’infanzia, anche se a livello comunitario non ci sono ancora delle norme precise. Tuttavia molti Paesi, autonomamente, hanno deciso di concedere questi incentivi, anche per fare fronte alla grave crisi economica globale di questi anni. Nel Regno Unito e in Irlanda, ad esempio, si applica aliquota zero su vestiario e calzature per bambini; il Lussemburgo si limita ad applicare un Iva del 3%; mentre Portogallo, Polonia e Repubblica Ceca praticano l'Iva ridotta sui pannolini per bambini.
Sono convinto, ed i dati lo dimostrano, che il rischio di povertà per le famiglie italiane sia alto e concreto… e non sia quindi uno scenario così lontano da quello attuale. Agevolare le famiglie, quindi, in particolare in quella fase della vita così dispendiosa, come l’infanzia dei propri figli, è un passo importante per aiutarle a superare un momento economicamente difficile come questo.
Noi dell'Italia dei Valori continueremo a vigilare affinché il Governo porti a termine l’impegno preso… al momento però, specie per quel che riguarda le politiche sociali per la famiglia (non certo per quel che riguarda la giustizia dove gli amici del nostro Presidente del Consiglio sono sempre al lavoro per dare vita a qualche nuovo lodo…) ascoltiamo molte parole e vediamo tanta, forse troppa, immobilità.

2 commenti:

  1. Purtroppo siamo sempre il fanalino di coda dell'Europa sulle questioni sociali. Non ci rendiamo conto che una società che non fa figli e' destinata a soccombere. Un'altra proposta che ti prego di tenere in considerazione e' la possibilità di ottenere il rimborso del 19% come per i farmaci, di tutti quei prodotti necessari nei primi mesi di vita di un bambino quali ad esempio il latte artificiale.
    Un saluto

    Claudia Gentile

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  2. Ancora una volta la presente maggioranza di Governo si dimostra lontana dai reali problemi degli italiani, affannata a risolvere quelli del suo Capo e di altri furbetti del quartierino...
    Poi si chiedono perchè noi giovani ci sposiamo sempre meno. Bè a parte alcune condizioni sociali che sono cambiate nei decenni, incide soprattutto l'aspetto economico, ossia i costi da lei citati oltre alla questione del lavoro sempre più insicuro e precario, che non dà certo garanzie di poterli affrontare al meglio.
    Cordiali saluti e complimenti, Luca.

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