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venerdì 23 luglio 2010

Afghanistan: orgoglio e dignità

L’ideologia non c’entra, il pacifismo di convenienza neanche. Il voto contrario alla Camera dell’IdV al rifinanziamento e al prolungamento della missione italiana in Afghanistan, voluti dall’attuale Governo, trova spiegazioni più profonde e concrete.
Voglio precisare, a scanso di equivoci, che siamo a favore della cooperazione internazionale e delle missioni a scopo umanitario, che mirano a riportare la pace in aree martoriate dalla guerra o da lotte tribali, tanto è vero che per 9 anni abbiamo appoggiato, con convinzione, l’intervento dei militari italiani in Afghanistan – così come stabilito dalla risoluzione ONU del 2001.
Oggi le condizioni, a nostro avviso, sono mutate ed è giunta l’ora dei bilanci. E’ quindi doveroso chiedersi: quali obiettivi sono stati raggiunti? E a che prezzo? Certamente alcuni dati non sembrano far riferimento ad un intervento per la pace: 1.500 “resistenti” talebani ammazzati da soldati italiani (fonte l’Espresso); 25 vittime tra i nostri ragazzi in divisa a fronte di una spesa sbalorditiva di oltre 2 miliardi e mezzo di euro. I risultati? Nessun riconoscimento dei diritti della popolazione afghana, nessuna possibilità di elezioni democratiche senza rischio per l’incolumità personale o senza ritorsioni fisiche, nessuna emancipazione della donna. In compenso l’unico “miglioramento”, si fa per dire, oggettivamente riscontrato è quello del traffico e della produzione di oppio legato a narcoproduttori contigui al governo Karzai.
Il Governo Berlusconi ha proposto di prorogare fino al 31 dicembre 2010 la missione in Afghanistan con un ulteriore incremento economico di 18.700.000 euro.
L’IdV è orgogliosa dell’esercito italiano, dei suoi professionisti, dei suoi ragazzi in divisa che, con il loro impegno quotidiano difendono le popolazioni in difficoltà. Ma a questo punto mi chiedo: quali sono i motivi per prorogare questa missione? È lecito continuare ad impegnare i nostri soldati in questa operazione? A nostro avviso la risposta è no. Ed è no perché sentiamo ancora forte l’orgoglio di essere italiani, di essere solidali con chi è in difficoltà, ma allo stesso tempo abbiamo la dignità di dire la nostra su una missione costosa, senza fine ed improduttiva. Una missione – così come oggi è concepita – che non giova a nessuno, ma che produce solo lacrime e sangue.
E’ quindi l’ora di mettere un punto fermo a questa guerra, l’IdV non ha esitato a chiarirlo con un voto di dissenso alla Camera, poiché il nostro impegno ed i sacrifici dei nostri soldati sul territorio afghano non valgono la loro vita.

2 commenti:

  1. Una guerra sbagliata (come del resto quella in Iraq) e purtroppo, siamo solo noi ad opporci in Parlamento...
    Luca

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  2. Gent. On.Palagiano
    ho apprezzato molto il voto contrario dell'IDV (gli unici)
    ogni giorno che passa sono sempre piu' fiero e convinto di avervi votato
    tuttavia non ho la sua stessa visione sulla guerra in afghanistan
    questa guerra (chiamiamola con il nome che ha non missione di pace) non doveva nemmeno iniziare siamo andati per l'ennesima volta al soldo usa che ha attaccato senza l'autorizzazione dell'onu e senza prove concrete che laggiu' ci fossero basi terroristiche, cosi come in iraq e' stata una vera e' propria aggressione ad un popolo
    l'esercito dovrebbe servire per difenderci da un invasione non per invadere altri paesi
    non sono orgoglioso di chi e' laggiu' e non lo saro' mai
    ricordiamoci che la costituzione ci vieta di andare in guerra

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